sabato 27 settembre 2008

ARCHIVIO III: (articolo) Il Piano Solo



sabato, aprile 05, 2008

Storia dell’altro ieri: il Piano Solo

Scritto per: "L'Urlo" - il periodico di ULD

Storia dell'altro ieri: il Piano Solo

Conosciamo veramente la breve storia di questa Repubblica? Su che libri dobbiamo studiarla? Quanto bisogna andare a fondo per capirla? O forse manca proprio la dovuta distanza dai fenomeni?

Quella che vi apprestate a leggere è una breve sintesi, il più possibile libera da condizionamenti e lontana da interpretazioni politiche, di alcune ricerche sul Piano Solo, uno dei probabili tentati golpe italiani.

Perché il Piano Solo? Non si tratta di uno scoop, di un segreto per pochi. Non è certo un evento "vistoso" come una strage e nemmeno tra i vari "rovesciamenti" (progettati, organizzati o tentati, veri o presunti, neri bianchi o rossi) è forse il più clamoroso. Si tratta però - oltre che di un'occasione per ricordare, quanto sia intricata la storia del dopoguerra italiano - di uno spunto perfetto per tornare oggi a riflettere su come spesso nel teatro della politica sia più importante il retroscena.

Perché è importante capirlo? Certo non per riaprire diatribe tra partiti e "obiettivi" che, per quanto persino i vertici della nostra politica facciano finta di non capirlo, non esistono più. A parere di chi scrive poi, le "ambiguità" non possono certo delegittimare la partecipazione politica, tutt'altro.. ma è forse bene riflettere sulla qualità di questa, sulla necessità di approfondimento. Ma veniamo alla Storia...


Negli anni 60 CIA e NATO hanno organizzato una rete di uomini, centri di addestramento e depositi d'armi in tutta Europa. La funzione sarebbe stata quella di contrastare un'eventuale invasione dell'URSS. In Italia quest'organizzazione "stay behind" è stata chiamata chiamata Gladio. La sua esistenza, per decenni accennata confusamente (e non) da inchieste giornalistiche e inchieste giudiziarie di vario genere è stata ufficialmente confermata da Andreotti (otto volte ministro della difesa) nel '91, ed in seguito si scopriranno tutte le altre; nessuno stato, nemmeno la Svizzera mancherà all'appello.

Nel '52 è stato stipulato il "piano Demagnetize", accordo tra il SIFAR (servizi segreti delle forze armate, guidati da De Lorenzo) e la CIA. Lo scopo era contrastare il "successo" del comunismo in Italia. I contenuti non sono ad oggi chiari: può essere che rientri nelle semplici questioni di supporto propagandistico e finanziamento alla DC ormai ammesse con orgoglio dai vecchi vertici dell'agenzia americana, può essere invece che sia legato a varie questioni ambigue che sembrano coinvolgere lo "stay behind" italiano.

E' in questo contesto che si inserisce il Piano Solo. Si trattava di un progetto (di comprovata esistenza) finalizzato all'assunzione del controllo dello stato attraverso l'occupazione dei suoi centri nevralgici (e la reclusione di personaggi "pericolosi", tra cui esponenti politici, sindacalisti ecc.. nel Centro Addestramenti Guastatori di Poglina, un'isolata base militare in Sardegna) da parte dell'Arma dei Carabinieri. In altre parole: un colpo di stato.

Per essere precisi ai tempi i piani d'emergenza non è che fossero una rarità, ed erano entro certi limiti una cosa legittima. Il problema sarebbe verificare quello che si intendeva per "emergenza" e chi doveva essere il beneficiario della "protezione", ma sono questioni spinose e variamente interpretabili che non affrontiamo qui direttamente. La semplice descrizione della tentata (o minacciata) attuazione del Piano Solo però può fornirne un'idea...

Per la parata del 2 Giugno del '64 sono giunte come di consueto le truppe dell'arma a Roma. Per motivi "logistici", De Lorenzo (diventato Comandante generale dei Carabinieri, ma rimasto in stretto contatto con il SIFAR) stabilì che vi si sarebbero fermate sino al mese successivo, mentre nei giorni successivi continuarono ad affluire corpi dei carabinieri …e così come le truppe sono arrivate, hanno cominciato a defluire circa un mese dopo. Questo è quanto possiamo dire con certezza assoluta. Solo questo. Sulla questione è stato apposto il consueto segreto di stato, rimosso all'inizio degli anni '90, ma già da tempo diverse inchieste avevano carattere di evidenza. Tralasciamo in questa sede - per tristi motivi di spazio - la cronaca dettagliata di quei giorni (che il lettore potrà facilmente reperire) e concentriamoci sull'analisi del contesto politico, caratterizzato dal contrasto aperto tra il Presidente della Repubblica Segni – esponente dell'ala più conservatrice della DC - e Aldo Moro, che, di concerto con il PSI di Nenni a cui aveva aperto le porte del governo stava avviando una stagione di riforme di stampo progressista.

La cosa non avrebbe certo implicato la rivoluzione, ma – vicende straniere parlano chiaro - certo non era ben vista a Washington dove si controllava il nostro paese (che aveva il più grande partito comunista d'Europa) a vista e, com'è dimostrato, l'apertura di Kennedy a queste esperienze non era affatto condivisa dai vertici CIA.

Il governo Moro non sopravvisse al 26 Giugno e venne riformato in seguito a consultazioni in cui venne convocato, cosa ben anomala, De Lorenzo. Proprio in quei tristissimi giorni Nenni parlò di "rumor di sciabiole" - affermazione ormai rimasta nella storia - e nel successivo governo che si formò mise da parte gli entusiasmi riformatori.

Ricapitoliamo dunque quello che è ad oggi uno dei quadri più accreditati della situazione: Moro apre al PSI e ad una strategia di governo progressista, l'ala conservatrice della DC alza gli scudi, cinque mesi dopo si minaccia un probabile colpo di stato, in dieci giorni il governo Moro cade, alle consultazioni partecipa chi si ritiene abbia organizzato il colpo di stato (ed ha ancora le sue truppe a Roma), infine il governo si ricostituisce accantonando la linea riformista, positiva o negativa che fosse. E gli italiani di tutto questo vedono solo la facciata esterna...

Questa versione dei fatti è quella che traspare dalle conclusioni della Commissione d'inchiesta parlamentare Pellegrino di fine anni '90, nella quale tra l'altro si possono leggere alcune frasi tratte dal memoriale della prigionia di Moro: "Il tentativo di colpo di Stato nel '64 ebbe certo le caratteristiche esterne di un intervento militare [...] ma finì per utilizzare questa strumentazione militare essenzialmente per portare a termine una pesante interferenza politica rivolta a bloccare o almeno fortemente dimensionare la politica di centro sinistra".

Credo che per chiudere questa breve - purtroppo - sintesi sul Piano siano ottime...


P.F

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