sabato, aprile 05, 2008
Storia dell’altro ieri: il Piano Solo Scritto per: "L'Urlo" - il periodico di ULD Storia dell'altro ieri: il Piano Solo Conosciamo veramente la breve storia di questa Repubblica? Su che libri dobbiamo studiarla? Quanto bisogna andare a fondo per capirla? O forse manca proprio la dovuta distanza dai fenomeni? Quella che vi apprestate a leggere è una breve sintesi, il più possibile libera da condizionamenti e lontana da interpretazioni politiche, di alcune ricerche sul Piano Solo, uno dei probabili tentati golpe italiani. Perché il Piano Solo? Non si tratta di uno scoop, di un segreto per pochi. Non è certo un evento "vistoso" come una strage e nemmeno tra i vari "rovesciamenti" (progettati, organizzati o tentati, veri o presunti, neri bianchi o rossi) è forse il più clamoroso. Si tratta però - oltre che di un'occasione per ricordare, quanto sia intricata la storia del dopoguerra italiano - di uno spunto perfetto per tornare oggi a riflettere su come spesso nel teatro della politica sia più importante il retroscena. Perché è importante capirlo? Certo non per riaprire diatribe tra partiti e "obiettivi" che, per quanto persino i vertici della nostra politica facciano finta di non capirlo, non esistono più. A parere di chi scrive poi, le "ambiguità" non possono certo delegittimare la partecipazione politica, tutt'altro.. ma è forse bene riflettere sulla qualità di questa, sulla necessità di approfondimento. Ma veniamo alla Storia...
Per essere precisi ai tempi i piani d'emergenza non è che fossero una rarità, ed erano entro certi limiti una cosa legittima. Il problema sarebbe verificare quello che si intendeva per "emergenza" e chi doveva essere il beneficiario della "protezione", ma sono questioni spinose e variamente interpretabili che non affrontiamo qui direttamente. La semplice descrizione della tentata (o minacciata) attuazione del Piano Solo però può fornirne un'idea... La cosa non avrebbe certo implicato la rivoluzione, ma – vicende straniere parlano chiaro - certo non era ben vista a Washington dove si controllava il nostro paese (che aveva il più grande partito comunista d'Europa) a vista e, com'è dimostrato, l'apertura di Kennedy a queste esperienze non era affatto condivisa dai vertici CIA. Il governo Moro non sopravvisse al 26 Giugno e venne riformato in seguito a consultazioni in cui venne convocato, cosa ben anomala, De Lorenzo. Proprio in quei tristissimi giorni Nenni parlò di "rumor di sciabiole" - affermazione ormai rimasta nella storia - e nel successivo governo che si formò mise da parte gli entusiasmi riformatori. Ricapitoliamo dunque quello che è ad oggi uno dei quadri più accreditati della situazione: Moro apre al PSI e ad una strategia di governo progressista, l'ala conservatrice della DC alza gli scudi, cinque mesi dopo si minaccia un probabile colpo di stato, in dieci giorni il governo Moro cade, alle consultazioni partecipa chi si ritiene abbia organizzato il colpo di stato (ed ha ancora le sue truppe a Roma), infine il governo si ricostituisce accantonando la linea riformista, positiva o negativa che fosse. E gli italiani di tutto questo vedono solo la facciata esterna... Questa versione dei fatti è quella che traspare dalle conclusioni della Commissione d'inchiesta parlamentare Pellegrino di fine anni '90, nella quale tra l'altro si possono leggere alcune frasi tratte dal memoriale della prigionia di Moro: "Il tentativo di colpo di Stato nel '64 ebbe certo le caratteristiche esterne di un intervento militare [...] ma finì per utilizzare questa strumentazione militare essenzialmente per portare a termine una pesante interferenza politica rivolta a bloccare o almeno fortemente dimensionare la politica di centro sinistra". Credo che per chiudere questa breve - purtroppo - sintesi sul Piano siano ottime... P.F |
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