DIARIO DI UNA SETTIMANA ...NORMALE
22/10, Martedì: La giornata di ieri mi ha messo addosso un certo nervosismo. E' vero: sono contrario all'occupazione. Non mi sembra un sistema efficace ed opportuno. Eppure questo stupro all'istruzione italiana non riesco a buttarlo giù facilmente. Mi ero abituato a fatica all'idea di un governo disposto solo a mazzuolare ciecamente stranieri e pulirsi la fedina penale, totalmente sordo alle riforme di cui il paese ha bisogno come dell'aria, quand'ecco che si son messi a fare qualcosa: un disastro! Credo che dei fantocci in consiglio dei ministri sarebbero meno dannosi.
La voglia di attivarmi mi ha assalito, ma agli Stati Generali non ho potuto partecipare. Per tutta la mattina mi sono dovuto accontentare di qualche SMS degli ULDini presenti, ma poco prima di pranzo mi ha chiamato Andrea della Statale: “Vieni che sta partendo un corteo!” “Ma occupate?” “Non ora! Tu inizia a venire!”.
Decisamente perplesso ho raggiunto Festa del Perdono e mi sono unito alla piccola orda che, se devo essere onesto, all'avvio mi ha visto quantomeno scettico.
Andavo borbottando cose tipo “E' uno scandalo, siamo un paese scandaloso... se questo è il movimento studentesco è anche inutile cominciare”, annoiando con perseveranza rara tutti gli interlocutori.
Ho passeggiato con due ULDine disposte a sopportarmi sino a Palazzo Marino, pronto ad andarmene subito dopo il “presidio”, ma per pura curiosità ho proseguito la marcia in quello che innocentemente credevo essere il ritorno a “casa”...
Dopo una pausa davanti alla sede di Scienze Politiche ad incitare la gente il cammino è ripreso, e con tutt'altro stile: il corteo non era autorizzato ed un drappello di signori in tenuta antisommossa ha deciso di controllarne il percorso...
Impossibile! Si parano davanti ma i ragazzi continuano a camminare con lo striscione in mano. Arretrano, ed i ragazzi proseguono, senza fare una piega. Mentre nella mia mente inizia a farsi strada il dubbio che questa buffa improvvisata abbia un suo lato serio la scena si ripete uguale, ma tutto è molto più intenso: i poliziotti si scambiano comunicazioni frettolose ed al momento del faccia a faccia un branco di ragazzi si precipita con macchine fotografiche e telefonini in cima al corteo inondando la scena di flash... il significato è abbastanza chiaro: hanno paura delle manganellate, cercano di proteggere i loro amici chiarendo che qualunque cosa accada lo saprà tutta Italia. Decisamente inizio a prendere la cosa più seriamente.. a dirla tutta sono preoccupato, ma una cronica curiosità mi impedisce di allontanarmi dalla cima del corteo. La scena si ripete più volte ed inizia a spargersi una voce strana: “occupiamo Cadorna!” ...”ma siamo quattro stronzi!” ...nessuna risposta logica segue all'obiezione, anche perché improvvisamente si inizia a correre come dannati; evidentemente qualcuno là davanti inizia a trovare i faccia a faccia stressanti e si è optato per un poco decoroso ma (giuro) estremamente esaltante fiumare per le vie del centro sotto gli occhi attoniti dei passanti.
I poliziotti non riescono a fronteggiarci più sino a Piazza Duomo, e da lì in poi sembra tutta in discesa; quando già vedo Cadorna all'orizzonte inoltre realizzo una cosa non da poco: siamo aumentati! No sono sicuro di quando sia successo, forse già in via Conservatorio, comunque saremo come minimo un migliaio, la via è invasa!
Arriviamo all'ingresso della stazione e, com'è ovvio, ad attenderci non c'è il sindaco pronto a donarci le chiavi: l'ingresso è sbarrato ed è abbastanza evidente che non è uno scherzo. La tensione è reale, inizia a salire il fumo, vedo il corteo muoversi, macchine fotografiche sciamare... sento le grida, il rumore si fa sempre più intenso, quasi assordante.. vedo i manganelli muoversi in aria. Poco altro.
...era inevitabile. La protesta, anche se non violenta, certe cose a volte le implica. Solo mi si dovrà spiegare un giorno perché un ragazzo caduto a terra è stato preso a calci e manganellate... nel complesso comunque non so bene cosa pensare di questo corteo. E' stato il modo giusto di gestirlo? E' stato opportuno? Non lo so. Una cosa però la so per certo: le persone intorno a me la protesta la considerano una cosa seria, non una festa di piazza stagionale.
23/10, Mercoledì: “Io sono toscano, e quando mi incazzo tutti lo devono sapere! Domani faccio lezione in Piazza Duomo!”. Pare l'avesse annunciata così agli stati generali quel professore. La lezione in piazza piace, è interessante. Finita la lezione - dopo un breve sit-in ad un incrocio - siamo tornati in Cattolica. Per quanto mi riguarda o Milano si alza oppure la cosa non ha senso di continuare. Ci vuole più gente. Quelli hanno continuato sino al tentato “blocco della didattica” a Scienze Politiche ed è venuta una buffonata.
23/10, Giovedì: A Firenze erano 40000 in piazza... mica da ridere! Perché a Milano non si muove mai nessuno? Almeno pare che venerdì ci siano una marea di lezioni in piazza... l'idea è innovativa, e suscita interesse. Piace insomma... anche in ULD! “Dobbiamo fare qualcosa con i nostri professori” dice qualcuno...
24/10, Venerdì: Le lezioni in piazza sono state bellissime, c'è poco da dire! Difficile sospettare che i professori della “postazione uno” siano dei “baroni” preoccupati dalla meritocrazia...
L'ambiente poi, mi è piaciuto tantissimo! Io sono nato a Milano ed in un'occasione del genere di facce note ne incontro un bel po'... e poi questa volta di ULDini ne mancavano ben pochi.
Nel pomeriggio trovo affisso sul nostro muro un testo estremamente interessante: “L'ipotesi Calamandrei”... pare lo volantinassero due ragazze dell'Università.
Poche ore dopo le incontriamo: “..no perché questa mattina distribuivamo volantini alle lezioni e ci ha fermato un giornalista che sembrava molto interessato ad attività dentro la Cattolica..” ...geniale! E' come scoccata una scintilla! Avevamo mosso ieri i primi passi per contattare i professori ma queste ragazze hanno confermato le nostre ipotesi: dobbiamo muoverci come Cattolica. Siamo scuola privata, qualcuno ci ascolterebbe in quanto imparziali, la nostra voce non dev'essere timida.
27/10, Lunedì: Oggi ho visto un'assemblea della statale. Nulla di più disordinato... in realtà sono uguali a quelle di ULD, ma essendoci il quadruplo delle persone procedono in modo elefantiaco. Il “problema” li è che tutti hanno voglia di dire e di fare... qui non si tratta più solo di manifestazioni. L'idea è di mobilitazione permanente e creativa. Ci sono mille progetti: c'è il “libro bianco dell'università”, che ne dovrebbe studiare pregi e difetti, c'è un gruppo che studia un'ipotesi alternativa di riforma (cosa che ovviamente mai è venuta in mente alla Garavaglia...), ci sono quelli che studiano le prossime mosse da fare, c'è il gruppo “puliamo l'università” (letteralmente!), ci sono quelli che cercano di allacciare contatti tra le varie università nella speranza di un coordinamento, - anche se la causa è persa perché in fondo all'idea di movimento “irrappresentabile” la cosa non si addice troppo. Nessuno lì obbedisce nel senso proprio del termine. Quei ragazzi sembrano la nemesi dell'organizzazione. L'unico ordine esistente sembra nascere dalla volontà di lavorare seriamente e sacrificarsi per un obiettivo comune e chiaro a tutti; l'unica autorità è il rispetto che si guadagna chi si sacrifica di più.
Ad una settimana dagli Stati Generali ricomincio a sentirmi orgoglioso di essere italiano. Mi dimentico della sonnolenta maggioranza: in questo movimento ormai gigantesco vedo la migliore gioventù, quella che di solito è sommersa. Vedo gente che ha cuore, e nessun manipolatore televisivo potrà mai cancellare quello che è successo in questi giorni.
...ora però si tratta di lavorare perché tutto abbia un seguito. La Cattolica cercherà di fare la sua parte. I contatti per la prima lezione in piazza di un professore della nostra università sono stati presi.
29/10 Mercoledì: E' stato uno spettacolo meraviglioso: nell'aula 224 c'era gente che per vedere Travaglio era lì dall'una. Fuori c'era una folla gigantesca che urlava per entrare. La situazione era insostenibile e per fortuna i bidelli hanno trovato una soluzione: “alle tre e mezza si libera l'aula Panighi”. Grandioso! Solo mi piacerebbe capire perché sino all'ultimo ci hanno detto che sarebbe stata occupata... noi lo sapevamo da tempo che sarebbe stata libera, e l'avevamo fatto presente, così come avevamo fatto presente che la 224 non sarebbe stata adeguata. Immagino ci sia stato un qualche malinteso...
Ad ogni modo lo spettacolo è grandioso: la gente è ammassata nell'aula e fuori si sentono ancora grida di gente che vuole entrare. Loris si mette a contare i presenti, sono 650, e fuori scopriamo esserci 200 persone. La risposta del pubblico è eccezionale, e lo sono anche le reazioni quando Travaglio critica la Gelmini. A proposito: all'ingresso Elena e Laura stanno volantinando per la manifestazione di domani e la lezione di venerdì. A fine incontro colgo l'occasione per informare anche i presenti; l'applauso è unanime.
30/10 Giovedì: L'ingresso Gnomo è chiuso. In un primo momento non capisco il perché, ma quando, dopo aver fatto il giro lungo, scopro che all'ingresso principale non fanno entrare senza tesserino (esattamente come ieri da Travaglio) mi rendo conto che forse i responsabili della passeggiata supplementare non mi sono affatto ignoti.. ahah!
Aspettiamo che la gente si raduni, quando in un istante l'ingresso si riempie di facce note a chi di noi è fisionomista. Portano striscioni tipo “no allo sfascismo di pochi”, no alle “okkupazioni” e cose del genere. La firma è “Ateneo Studenti”, e cantano in coro “siamo noi, siamo noi, gli studenti di unicatt siamo noi...”. Di per se la cosa è abbastanza buffa, ma in un primo momento sembrano una valanga più di noi, sembra che la gente non abbia risposto...
...partiamo lo stesso ed ecco la sorpresa: molte delle facce sconosciute della mischia si staccano con noi dall'ingresso: per Lgo Gemelli non vedo un gruppo muoversi ma un piccolo corteo sfilare! Sia chiaro, il CLini sono il doppio di noi, ma noi ci siamo!
Tra l'altro di questi tempi i numeri mi annoiano abbastanza... e sì che mi danno ragione. La maggioranza degli italiani è con noi, e soprattutto, tra quelli che hanno figli in età scolare e tra gli studenti l'appoggio è schiacciante. E' la solita differenza tra chi le cose le sa e chi non le sa. Chi non le sa è statisticamente più facile che appoggi il governo. Sarebbe una bella sorpresa scoprire che questa volta hanno toccato il tasto sbagliato, una verità che non si può occultare... in piazza eravamo 100'000 persone. Un corteo gigantesco, nonostante il diluvio, ed era meraviglioso vedere il gruppo degli studenti della Cattolica urlare e cantare compatto dietro allo striscione “l'Università Cattolica c'è”, che ha strappato applausi da parte di alcuni studenti delle altre università quando è sbucato in Cadorna, e da Cordusio al Duomo non ha mancato di suscitare curiosità, stupore, ed interesse da parte di fotografi e giornalisti. A quanto si dice in giro giornate del genere per questo ateneo non si vedevano da tanto, tanto tempo...
Esattamente come venerdì scorso, girando in piazza e nel tornare a casa ho incontrato compagni di università, lontani però dal movimento studentesco: “Ah! Ma anche tu eri in corteo?” “Certo!” “ma c'eri anche questa mattina quando siamo partiti in Gemelli?” “Come? Non lo sapevo!”
...me lo sento: la gente in Cattolica c'è veramente, ed in massa. Altro che “gli studenti di unicatt siamo noi”...
Bisognerebbe solo riuscire a riunirla...
31/10 Venerdì: Appena sveglio trovo un SMS, è Francesca: “le lezioni in Duomo si terranno ugualmente o la pioggia è un sabotaggio del governo?”. Non ci voleva...
...schizzo a consegnare il piano di studi e poi mi precipito in Galleria: si era stabilito che le lezioni in caso di pioggia si sarebbero fatte lì. Dopo tanto girare riesco a trovare Carlotta “Si si, è tutto a posto, scegliete pure voi se andare in Loggia dei Mercanti o in Galleria”. Tiro un sospiro di sollievo: le lezioni della Statale le organizza lei, ma sono ansiogeno e davanti al fatto che l'elenco lezioni non fosse ancora stato aggiornato con il nome del nostro professore nemmeno le sue precedenti rassicurazioni mi lasciavano del tutto tranquillo.
Mentre aspetto gli altri mi rendo conto che gli effetti della pioggia sono pesanti: ricevo una marea di messaggi e chiamate di gente che non viene perché congelata, gente che non sa dove trovarci, e quant'altro. Cerco di starci dietro il più possibile finché non riusciamo a riunirci in un buon numero. Il professore è in galleria, e ci incamminiamo. Le telecamere della più importante emittente privata tedesca filmano il nostro arrivo, ed io ed Elena veniamo intervistati; se si considera che la più importante emittente privata nostrana invece del movimento se ne sbatte il più possibile la cosa è abbastanza buffa.. ma questa è l'Italia!
La lezione è un successo: “Storia di quelli che non hanno fatto il sessantotto”. E' il ritratto di una generazione - quella della maggior parte dei nostri genitori – che sembra appassionare tutti. Appassiona gli studenti della Cattolica, accorsi in buon numero nonostante le intemperie, appassiona alcuni studenti della Statale che decidono di “disertare” i loro professori, appassiona soprattutto, e questa è la cosa più bella, un gran numero di passanti sulla quarantina o più, che forse in quelle parole si riconoscono, e, forse, attraverso quelle parole che gli accendono lo sguardo riescono finalmente a riconoscere anche noi, a capire la nostra voglia di decidere del nostro futuro, la nostra determinazione nel non subire semplicemente questo paese.
E' passata la seconda settimana ed il movimento continua a crescere. Non so cosa succederà. Non so se la mobilitazione aumenterà o se in futuro inizieranno diserzioni di massa. Tante cose sono ancora in programma e tanta gente ancora lavora. Non c'è che da sperare... e agire.
P.F.